13 aprile 2020

Scrive da Bergamo: “Vi racconto la mia Pasqua, in servizio all'ospedale da campo”

Oscar Ongania: “E’ notte e sono in servizio all’ingresso B, quello della zona rossa…”
“Scrivo mentre sono in servizio per il turno notturno all’ingresso B, per intenderci quello della zona rossa. Oggi abbiamo fatto un turno massacrante considerata la mancanza di gente, montando dalle 7 del mattino fino alle 15 e tornando questa sera alle 23, per restarci fino alle 7 di domani. Domani andrà meglio anche perché, essendosi aggiunta una squadra, faremo 6 ore anziché 8. Poi ci toccherà ancora il turno serale, dalle 19 alla una”.
E’ il racconto della giornata di Pasqua del mandellese Oscar Ongania e di tutti gli altri volontari della Protezione civile dell’Ana di Lecco impegnati da sabato scorso nell’ospedale da campo allestito presso i padiglioni della Fiera di Bergamo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. E potrebbe essere il racconto della Pasqua anche delle penne nere dell’Ana di Brescia e di Varese, a loro volta all’opera - suddivisi in squadre - insieme agli alpini del Lecchese.
“Il nostro lavoro - spiega sempre Ongania - consiste nel fermare e controllare le auto che entrano dalle due entrate - la A, zona gialla, e la nostra, appunto la B zona rossa - con due alpini per postazione, chiedendo i dati alle persone che arrivano e provando loro, sempre, la febbre. Via libera, invece, per le ambulanze e per l’atterraggio di eventuali elicotteri”.
“Di giorno - continua la testimonianza del mandellese - siamo affiancati da due carabinieri, o finanzieri o vigili, mentre di notte siamo soltanto noi, volontari dell’Ana. A dire il vero, visto la Pasqua, fortunatamente nessun elicottero e nessuna ambulanza… Soltanto mezzi di altri generi (servizio mense, pulizie e manutenzioni). Poi agli automezzi di Emergency e quelli con farmaci particolari, o ancora le vetture di esterni, addetti a vari lavori. Tutto sommato una Pasqua tranquilla!”.
“E’ arrivato anche qualche camion da scaricare - scrive sempre Oscar - ma a quell’incarico ha provveduto lo staff dell’ospedale. Alle 13, puntuale, il pasto inviato dal nostro campo, montato a due chilometri dall’ospedale. Il menu comprendeva pasta, capretto e patate al forno con cipolle, pane e una fetta di colomba (il Gruppo Bauli e tutta Bergamo ne hanno offerte in gran quantità agli alpini!). In più, nella hall dell’ospedale c’erano bevande calde per tutti. E ci sono stati offerti anche dolci freschi donati da varie pasticcerie della città.  Insomma non è mancato nulla, anzi...”.
L'esterno dell'ospedale fotografato alle 23 della sera di Pasqua.
Ma non è certo mancato neppure il lavoro, alle penne nere. “Nel pomeriggio - spiega ancora Ongania - siamo rientrati al campo alle 15 per una bella doccia calda e un po’ di riposo prima della cena serale, considerato che la notte dovevamo rimontare. Io ero di turno con il grande Guido Barindelli di Esino  Lario, volto noto della Protezione civile dell’Ana. Quando si rientra al campo ci sono le varie mansioni da svolgere - dalla pulizia dei sanitari alla disinfestazione, fino agli spostamenti delle merci da utilizzare nel campo - e c’è chi dà una mano in cucina ai cuochi. Sì, una Pasqua da ricordare”. Una Pasqua di solidarietà, secondo il più altruistico e genuino spirito alpino.



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