07 novembre 2019

Lierna. Simona Gazzinelli al sindaco: “Non ci ha mai dato uno spazio di discussione”

"Le piante in piazza IV Novembre dovevano essere tagliate perché ammalorate? No, non c’era alcuna perizia che ne indicasse tale stato"
Da Simona Gazzinelli, consigliere comunale di opposizione a Lierna nel precedente mandato amministrativo, riceviamo e pubblichiamo:
Con  riferimento all’articolo apparso in data 6 novembre in relazione ai lavori su piazza IV Novembre a Lierna, avendo partecipato attivamente con il Comitato attaccato dal sindaco e quale componente alle scorse elezioni della lista “Vivere Lierna”, temendo dunque di essere una degli scriteriati “pseudo-ecologisti” invisi a Silvano Stefanoni, mi permetto alcune osservazioni su quanto affermato dal sindaco stesso.
Innanzitutto dichiarare “non riesco a esprimermi sugli pseudo-ecologisti” è già un’espressione molto chiara e forte del pensiero del sindaco Stefanoni, per la quale personalmente valuterò anche azioni in altra sede, e che denigra, senza motivo, una parte della cittadinanza, grande o piccola che sia, che ha appoggiato il Comitato sorto contro l’abbattimento degli alberi in piazza IV Novembre.
Documentazione sui lavori nella piazza (documenti ufficiali del Comune e degli altri organi intervenuti) ne abbiamo acquisita in abbondanza.  Eppure qualcosa manca.
Manca ciò che il Comune non può fornirci perché non lo ha richiesto, quindi semplicemente non c’è. La perizia che indichi che gli alberi erano malati, ad esempio, e che per tale ragione ne prescrivesse l’abbattimento. Il parere della Commissione paesaggio, ritenuto non necessario. Manca l’autorizzazione all’inizio lavori rilasciata dal tecnico comunale. Manca una procedura alla base dell’affidamento del progetto che consentisse la possibilità di scelta tra più progetti.
Come si può decidere di spendere quasi un milione di euro tra i due lotti (passeggiata a lago e piazza IV Novembre), che per il nostro piccolo Comune sono un importo davvero rilevante, senza avere nemmeno due proposte da comparare?
Simona Gazzinelli
Al di là di quello che sarà il risultato estetico finale, che come ben dice Stefanoni può anche essere soggettivo, come fa un ente pubblico ad assumere decisioni senza possibilità di scelta? A parità di spesa avremo il meglio? Impossibile a dirsi, ormai. Avremo l’unico progetto preso in considerazione, dato con affidamento diretto a un unico professionista. 
Il motivo per cui il dialogo con lui si è concluso presto il sindaco Stefanoni dovrebbe conoscerlo bene e non mostrare perplessità adesso. Non ci ha dato alcuno spazio di discussione. Le risposte da lui avute sono: le piante dovevano essere tagliate perché ammalorate e che era troppo tardi perché l’inizio dei lavori era prossimo con l’appalto già aggiudicato e, di conseguenza, non si poteva fare nulla. Entrambe le risposte avute mi hanno poco soddisfatto.
Le piante visibilmente non erano malate e non c’era alcuna perizia che ne indicasse tale stato. Il “non poteva farci niente” era da intendersi come un cortese “non voleva farci niente” (la giunta di Zotti nel 2012 blocco il progetto già aggiudicato e in corso di esecuzione per il rifacimento della piazza, questione che ha provocato anche un contenzioso avanti al Tar, con un annullamento in autotutela da parte del Comune nel 2018 di una delibera di aggiudicazione lavori definitiva del 2007 e ciò significa che se si vuole non è mai troppo tardi).  Dell’incontro pubblico non ha nemmeno voluto parlare, che era onere della minoranza informare i cittadini.
A lui ci siamo rivolti per primi per avere un aiuto, un incontro pubblico, cosa che ci ha negato. Pertanto ora di cosa si perplime? Che il mondo non finisca davanti ai suoi no? Se lui non vuole o non può farci niente perché avremmo dovuto continuare a tediarlo?
Ci siamo rivolti ad altri organi: Regione, Sovrintendenza e ministero. I consiglieri regionali hanno voluto controllare e non stanno facendo altro che quello che sono chiamati a fare, con buona pace del sindaco. Perché si infastidisce se qualcun altro ci dà ascolto? E dico ascolto, non ragione. Era solo quello che chiedevamo.
E non se ne abbia a male, il sindaco, ma temo non si sia accorto che non ce l’abbiamo nemmeno con lui, ma con chi doveva rilasciare le autorizzazioni e controllare. E non è certo lui.
Questione politica? Quale? Quale sarebbe la parte politica che sostiene questo progetto? La Lega? Il sindaco confonde il suo ruolo di amministratore con la sua appartenenza politica, ma a me questo interessa poco e, per inciso, non mi risulta che ad oggi qualche partito o corrente politica si sia espresso ufficialmente a sostegno dell’opera.
Il sindaco Stefanoni rinfaccia poi l’assenza di noi “pseudo-ecologisti” all’epoca della costruzione dei capannoni sopra “Riva bianca”, facendo anche un simpatico sbeffeggio (“erano a caccia di sciami di api giganti per le grandi arnie”).
I capannoni a cui fa riferimento risalgono a un Pgt del 1999. I tempi sono cambiati, le leggi sono cambiate, le persone sono cambiate e anche la sensibilità di alcuni. Personalmente nel 1999 non ero nemmeno maggiorenne e quasi certamente dedita a stupidaggini. Potrei ribaltare a lui la domanda. Dov’era lui quando costruivano i capannoni che ora, dopo 20 anni, tira in ballo?  Ma, francamente, non m’importa.
Simona Gazzinelli

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