03 novembre 2019

Mandello “celebra” il 4 novembre: “Sui social si moltiplicano violenza e odio”

Il richiamo del sindaco Riccardo Fasoli a ritrovare il piacere di confrontarsi e di discutere e i messaggi di pace degli alunni dell’Istituto Santa Giovanna Antida
di Claudio Bottagisi
Un richiamo alla certezza del diritto e alla democrazia, il “grazie” alle forze armate e alle forze dell’ordine, la sollecitazione a ritrovare il piacere di confrontarsi, di riunirsi e di discutere, oggi spesso vanificato dai social, e l’invito esplicito a rialzare il livello culturale delle comunità in cui viviamo.
Nel giorno della Festa dell’unità nazionale il sindaco di Mandello, oltre a rievocare la data del 4 novembre “che per noi italiani significa la conclusione della prima guerra mondiale che unì per la prima volta, fianco a fianco nelle trincee, giovani di ogni regione e di ogni ceto sociale” e con il sangue di 600mila caduti “che permise di realizzare il sogno risorgimentale di un’Italia unita”, ha toccato nel suo intervento pronunciato questa mattina, sotto la pioggia, davanti al monumento ai caduti ai giardini a lago anche temi di stretta attualità. Su tutti, come detto, il dilagare di un sistema di vita divenuto “virtuale” e tale da consentire a incapacità, violenza e odio di moltiplicarsi.
“L’estrema facilità di comunicare, di condividere il proprio pensiero e le proprie idee - ha detto Riccardo Fasoli - non sempre contribuisce a elevare il livello culturale della nostra comunità. Anzi, troppo spesso lo abbassa. Testi, foto, frasi, a volte insulti che girano sui social network si stanno sostituendo ai reali confronti tra le persone, dando luogo a discussioni troppe volte sterili e a facili fraintendimenti. Impegniamoci allora a riunirci di più, a trovarci, a parlarci. Tutto ciò è certamente più faticoso ma sicuramente più prolifico che non limitarsi a stare su una tastiera”.
Non è neppure mancato, nel discorso commemorativo del primo cittadino, il rammarico per la perdita della memoria di quegli eventi dolorosi che si sono accompagnati all’impegno delle forze armate ieri nel difendere i confini e oggi nel salvaguardare le conquiste sociali e democratiche raggiunte con fatica e sacrificio”.
“Voi forze dell’ordine - ha affermato il sindaco - siete chiamate a difendere la pace, a tutelare l’unità, a garantire la sicurezza, l’ordine e il rispetto delle regole. Oggi più che mai siete i depositari dei più alti valori spirituali e morali consegnatici dalla lotta per la liberazione dallo straniero e dalla dittatura fascista”.
“Siate fieri del compito vitale e arduo che vi è stato affidato - ha aggiunto - Non basta però il vostro impegno, serve anche quello di tutti noi. E in un momento in cui tutto sembra essere messo in discussione, i valori per i quali i nostri avi combatterono e si sacrificarono devono essere da noi difesi, senza se e senza ma, a salvaguardia della pace, della democrazia e dell’unità nazionale”.
In precedenza, nella chiesa arcipretale di San Lorenzo era stata celebrata la messa a suffragio di tutti i caduti. Introducendo la celebrazione eucaristica don Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello, aveva ricordato “chi ha dato la vita per il bene comune” e ringraziato le associazioni presenti, a iniziare dall’Ana e dal Soccorso degli alpini, per l’attività da loro svolta a favore della cittadinanza.
Al termine del rito un momento particolarmente significativo. Alcuni alunni dell’Istituto “Santa Giovanna Antida” hanno letto frasi e brevi riflessioni ispirate alla pace, non prima di aver sottolineato come quello della guerra sia un tema purtroppo sempre attuale: “La pace è qualcosa di magico e di speciale”, “la pace è bella e la guerra è dolorosa”, “la pace è un mondo di colori, è un mondo di allegria”. E ancora: “La guerra è quando io non ho più una mia casa”.
Ad accompagnare la lettura dei messaggi l’esposizione di un disegno con la riproduzione della ben nota opera di Picasso Guernica, realizzata dal grande pittore dopo il bombardamento di cui fu fatta oggetto la città basca durante la guerra civile spagnola del 1937. A quel disegno i ragazzi dell’istituto scolastico mandellese hanno poi sovrapposto significativamente una grande colomba, simbolo di pace e fratellanza.
Quindi Lucia ha eseguito al flauto traverso Il Signore delle cime, prima del corteo dalla chiesa al monumento ai caduti, con la deposizione della corona di alloro e, appunto, il discorso del sindaco.
In mattinata una delegazione dell’amministrazione comunale e delle associazioni combattentistiche e d’arma aveva reso onore ai caduti presso le lapidi e i monumenti eretti in loro ricordo nel capoluogo e nelle frazioni mandellesi di Rongio, Maggiana, Olcio e Somana.

Nessun commento:

Posta un commento