07 novembre 2022

Il IV novembre a Varenna. “La spietatezza della guerra cancella ogni traccia del volto umano”

La sollecitazione di sindaco e penne nere affinché si trovino vie di sviluppo pacifico “finora soltanto auspicate a parole ma poco perseguite”




Domenica di celebrazioni, ieri a Varenna, per la commemorazione del IV Novembre, festa dell’unità nazionale e giornata delle forze armate. La cerimonia, voluta dall’amministrazione comunale e dal locale gruppo Alpini, ha preso avvio da piazza San Giorgio.
Davanti al monumento ai caduti sono risuonate le note del Silenzio ed è stato cantato l’inno nazionale, seguito dall’alzabandiera. Il parroco, don Enrico Mauri, ha poi celebrato la messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre.
Quindi i presenti si sono recati in corteo verso il viale delle Rimembranze. Qui, dinanzi ai cippi che ne onorano la memoria, il capogruppo delle penne nere, Ivan Acquistapace, ha scandito i nomi dei caduti varennesi delle due guerre mondiali.




In seguito è stata letta l’ultima missiva inviata alla madre, dal fronte, da Ferruccio Castelli, varennese poco più che ventenne, disperso nel gennaio 1943 sul fronte russo. Una pagina piena di umanità, che segna un netto contrasto con la realtà disumanizzante della guerra.
Il sindaco, Mauro Manzoni, ha ricordato come la spietatezza della guerra cancelli ogni traccia di umano, anche i volti. “Ancor più nelle guerre attuali, come nel conflitto russo-ucraino - ha detto - dove le moderne armi inquadrano obiettivi ma celano l’umano che vi è dietro di essi. Cancellando ogni traccia del volto umano e della sua possibilità di comunicare, la guerra diventa sempre più inumana, rendendo impossibile interrogarsi sul significato del valore di una vita”.




“L’auspicio è che cresca sempre più tra gli uomini e le donne che hanno in mano i destini di pace dell’umanità - ha aggiunto il primo cittadino - la passione per il volto: forse soltanto con questa maggiore consapevolezza germinerà la concordia tra i popoli e si troveranno vie di sviluppo pacifico finora soltanto auspicate a parole ma poco perseguite”.
La cerimonia si è conclusa al cimitero con la deposizione di una corona di fiori e la benedizione impartita dal parroco alle tombe di tutti i defunti.
 














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