08 giugno 2020

“Ho temuto di non farcela e tornare alla normalità è una sensazione indescrivibile”

Contagiata dal Covid-19, la dottoressa Subabeh Salehi, in servizio a Mandello dopo il 2000 e ora a Delebio, Nuova Olonio e Piantedo, scrive: “La mia avventura ospedaliera mi ha commosso. Ho trovato un’umanità che rasentava il surreale”
La dottoressa Sudabeh Salehi.
(C.Bott.) Ha esercitato la professione di medico anche sul Lario (prima ancora, per qualche tempo a Barzio) e in particolare a Mandello, dove a partire dal 2000 e per il decennio successivo ha svolto la professione presso il Servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica), oltre che alla casa di riposo e in sostituzione di alcuni suoi colleghi.
Proprio a Mandello sono in molti, anche a distanza di qualche anno, a ricordare con riconoscenza la dottoressa Sudabeh Salehi e a sottolinearne le doti umane e la spiccata professionalità.
Attualmente in servizio presso gli ambulatori di Delebio, Nuova Olonio e Piantedo, nei mesi scorsi ha dovuto lasciare temporaneamente (e a malincuore) la professione perché contagiata dal coronavirus.
In attesa di riprendere il suo cammino professionale (lo farà gradualmente a partire dalle prossime settimane), Sudabeh Salehi intende ringraziare pubblicamente coloro i quali l’hanno sostenuta in questo difficile periodo e lo fa con la lettera che di seguito volentieri pubblichiamo. E ad augurarle un buon rientro tra i suoi pazienti sono anche quanti hanno avuto modo di incontrarla e conoscerla negli anni da lei trascorsi a Mandello. Ecco, di seguito, il suo scritto: 
I mesi invernali rappresentano per noi medici di base un periodo molto impegnativo dal punto di vista lavorativo: alle normali patologie si sommano la sindrome influenzale, le complicanze nei pazienti fragili e le vaccinazioni.
Raggiunta la fine di febbraio il miraggio della primavera diventa sempre più vicino e reale. Con la primavera il lavoro è diverso e riesci a dedicarti maggiormente ai pazienti cronici. Quest’anno però, ahimè, il miraggio non si è trasformato in realtà: si è prospettata davanti a noi una situazione diversa e completamente nuova per tutti.
Quello che poche settimane prima sembrava lontano e raccontato soltanto dai giornali, in realtà era già tra noi. Fin da subito io e miei colleghi abbiamo cercato di capire come ridurre il contagio nei nostri ambulatori, apportando modifiche nelle sale d’attesa, cercando di far rispettare il distanziamento tra i pazienti e disinfettando costantemente gli ambienti.
A peggiorare questa situazione improvvisa contribuiva anche la difficoltà iniziale di reperire dispositivi di protezione individuale che erano, in brevissimo tempo, diventati introvabili per tutti. I pazienti inizialmente non erano ancora pronti a questo nuovo approccio, forse perché spaesati e non ancora pienamente consapevoli della situazione di pericolo in cui eravamo stati tutti improvvisamente catapultati. Poi anche nella nostra provincia si sono presentati i primi casi e abbiamo tutti capito, pazienti compresi, che il virus era una realtà molto vicina e non solo una notizia da leggere sui giornali.
Nonostante io abbia sempre visitato, sia in ambulatorio sia a domicilio, indossando i sistemi di protezione in mio possesso, ho anche visitato persone che in quel momento necessitavano di cure ma che successivamente sono risultate positive. Purtroppo il 22 marzo, dopo il Capodanno persiano che coincide con l’equinozio di primavera, ho sentito il primo malessere.
Ho quindi, da subito, monitorato la febbre, ed ecco il termometro salire a 38° di temperatura. Ma come?, mi sono chiesta. Io che non ho mai la febbre? Ho tempestivamente allertato il numero apposito per il Covid che fin da subito mi ha detto di allertare l’Ats della Montagna per il tampone e di non uscire più di casa. Da qui è iniziato tutto.
In mezza giornata ho dovuto frettolosamente organizzare la mia assenza dal lavoro e qui è iniziata la catena di solidarietà che ha contraddistinto la mia “avventura”. I supporti e gli aiuti sono stati numerosi e tempestivi: a partire dalla dottoressa Bertoldini che, come un angelo, mi ha supportato in tutto e dai miei colleghi (con cui sono in rete) che non hanno esitato a sostituirmi nei primi giorni, tamponando la mia improvvisa assenza.
Fin da subito l’Ats (grazie alla tempestività e all’attenzione della dottoressa Lorella Cecconami, della dottoressa Pirola e del dottor Proh) si è adoperata nel sostenermi e trovando un sostituto (la dottoressa Macedonio), che con dedizione si è preso cura dei pazienti.

Pochissimi giorni dopo ecco arrivare l’esito del tampone: positivo. Il primo pensiero è andato ai miei pazienti e la prima cosa che ho fatto, sfruttando le poche forze che avevo a disposizione, è stato redigere una lista delle persone che avevo visitato in modo da comunicare i loro nomi all’Ats. La consapevolezza di avere utilizzato tutti i dispositivi necessari per proteggerli combatteva con il mio timore iniziale di aver, involontariamente, fatto del male a coloro che da me si aspettavano di essere curati. Grazie a Dio, da lì a qualche settimana ho scoperto che stavano tutti bene e che quindi le misure adottate erano state efficaci.
Nel frattempo iniziava il mio calvario. Dopo giorni, anziché migliorare peggioravo. Si presentavano man mano stanchezza, dolori muscolari e dolori a livello della gabbia toracica. I dolori erano così forti che, senza analgesici, sarebbero stati insopportabili. A peggiorare tutto contribuiva la solitudine. Questa malattia ti costringe all’isolamento, non puoi avere contatti con nessuno, anche parlare al telefono era diventato difficoltoso, mi mancava il respiro.
In questa situazione mi è stato veramente di conforto il mio medico, il dottor Camero, che con pazienza e grande professionalità mi ha chiamato tutte le sere per accertarsi della mia situazione.
Nonostante io abbia cercato di curarmi a casa, a seguito di piccole complicanze ho avuto la necessità di recarmi in ospedale a Sondrio. La mia avventura ospedaliera, seppur breve, mi ha commosso. Ho trovato un’umanità che rasentava il surreale, sembrava quasi di conoscere tutti, anche se così non era. In quella situazione sembrava che le barriere fisiche imposte dalle protezioni individuali fossero completamente annullate dalla vicinanza emotiva.
Sono stati momenti difficili, ti manca il respiro e ti addormenti nella speranza di risvegliarti la mattina seguente. In questa situazione acquisisci una consapevolezza: quella che la nostra vita così caotica spesso nasconde la nostra fragilità. Capisci che non devi perdere il senso vero della vita e per questa ritrovata consapevolezza sono grata a questa dura esperienza.
Questo momento di difficoltà mi ha anche fatto scoprire una grande solidarietà perché, nonostante tutto, quello che in questa situazione non è mancato è stata l’umanità di tutti coloro che si sono adoperati non solo per me, ma per tutti quelli che, come me, hanno avuto bisogno.

Scrivo oggi queste righe, giorno in cui per la prima volta, dopo quasi tre mesi, sono uscita di casa. Mi sono commossa, perché è indescrivibile la sensazione che si prova a tornare alla normalità dopo aver temuto di non farcela. Questa esperienza mi ha tolto tanto, perché tuttora ho ancora delle difficoltà fisiche, ma mi ha dato anche tanto. Ho ricevuto tanto affetto anche attraverso messaggi e preghiere dei miei pazienti, che anche se magari non lo sanno, mi hanno dato forza.
Proprio per questo tengo particolarmente a ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo (un messaggio, una telefonata o anche semplicemente un pensiero) mi hanno dimostrato la loro vicinanza. Un ringraziamento non solo ad amici, colleghi e pazienti ma a tutta l’Ats per la professionalità e l’umanità dimostrate e a tutta la comunità di Delebio, a partire dalle autorità comunali, che mi è stata vicina facendomi sentire tutto il suo calore.
Anche se sarà un rientro graduale, non vedo l’ora di poter riprendere il mio lavoro e tornare al fianco dei miei pazienti perché per me, come per tutti i miei colleghi, questo non è semplicemente un lavoro ma una missione.
Dottoressa Sudabeh Salehi

20 commenti:

  1. Una persona squisita di un umanità unica, decisamente troppo in gamba per restare in un paese pieno di malelingue, ignoranza e intolleranza raziale come la gretta Mandello del Lario.

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  2. Una persona meravigliosa peccato non è rimasta a MANDELLO

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  3. Grande Medico e grande Donna! Ce ne fossero come lei.. un augurio di tornare presto alla normalità. I pazienti di Dubino la sostengono e la stimano.

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  4. ...e' un onore essere un suo assistito . GIORGIO !

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  5. Sono veramente felice e ora anche tranquillizzata che finalmente sta bene e tornerà da noi..... Tanti auguri Anna

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  6. Grande Dott....sono contenta che sia guarita,è un onore essere una sua paziente,conversare con lei come parlare a una sorella😍buona gurigione e buon rientro.

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  7. Grande donna grande medico,le voglio un gran bene ,se non fosse x lei non darei qui, forza grande donna ❤

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  8. Grandissima doctor. Sei una roccia e sei una bravissima persona

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  9. Sono contento che lei sia guarita da questa brutta malattia un abbraccio a presto il suo paziente Ivano valena e pregherò per lei buon rientro ciao

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  10. Grazie di CUORE per quello che hai fatto e che farai per tutti noi GRAZIE

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  11. Cara la nostra dottoressa, persona premurosa, umana e gentile con i suoi pazienti,grande medico, un abbraccio

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  12. Sono contenta che Lei stia bene grazie per tutto quello che ha fatto e farà per noi un abbraccio e un saluto

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  13. Che bella nptizia
    Son propip felice di sapere che sta meglio. ..e che presto potremo ancora contare su di lei ..scrupplosa attenta e disponibile a quals iasi ora. Semplice e umana .. Una bella persona e un buo medico. Tanti auguri dottotessa...

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  14. Dottoressa ho un gran bel ricordo.di lei quando era alla cdr di mandello.del.lario e alla.guardia medica....venga a trovarci appena sarà possibile.....un forte abbraccio

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  15. Grandissima Dottoressa,
    sia dal punto di vista professionale che da quello umano, speriamo ritorni in fretta.
    Un grande abbraccio con affetto !!!
    Fabio,Sylwia e Gabri Berattino

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  16. Ho avuto il piacere e l'onore di conoscere questa grande donna e professionale medico,sono felice che stia bene e che il covid 19 non l'abbia annientata .Buon rientro dottoressa e buon lavoro

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  17. Augurissi da uigi della zoppa e hellen mapenzi mweni

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  18. Sono molto felice che si stia riprendendo Dott. Salehi.
    Ricordo con molto piacere le sue visite alla mia mamma Pina quando era di Guardia medica a Mandello.
    Sarà un grande piacere anche per i suoi pazienti rivederla presto. Tanti affettuosi auguri
    Antonia Fasoli

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  19. Un abbraccio virtuale e un arrivederci a presto. Medico e soprattutto donna meravigliosa.

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  20. una persona speciale...un angelo per i miei genitori

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