11 marzo 2020

I sindacati: “Grande distribuzione, non basta contingentare gli ingressi”

"Le lavoratrici e i lavoratori del commercio, dei servizi, del turismo e delle mense stanno garantendo in queste difficili giornate un servizio fondamentale a tutta la cittadinanza, sostenendo uno sforzo che va ben oltre le loro possibilità. Molto spesso il lavoro è svolto in condizioni estreme, soprattutto nei negozi alimentari dove si sono registrati, nelle ultime giornate, afflussi straordinari e di complessa gestione, che rischiano di impattare sulla salute di lavoratrici e lavoratori".
A scriverlo sono Barbara Cortinovis, Roberto Frigerio e Roberto Pennati, rispettivamente della Filcams-Cgil, della Fisascat-Cisl e della Uilucs-Uil di Lecco.
“Il decreto dell’8 marzo - scrivono - all’articolo 1 "comma r" prevede tassativamente il rispetto delle distanze di sicurezza e del rispetto all’accesso contingentato per evitare assembramenti di persone. Stiamo riscontrando in gran parte delle aziende, in particolare nella grande distribuzione, una condizione di non ottemperanza a tale normativa (assenza di barriere fisiche in caso di distanza inferiore al metro), con potenziali gravi pericoli in particolare per gli addetti alle casse”.
“Reputiamo gravissima questa condizione - aggiungono - sollecitiamo urgentemente  le aziende ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni a tutela della salute. Non basta contingentare gli accessi! E’ necessario attivarsi urgentemente nei confronti dei reparti “critici” (come ad esempio la barriera casse) anche attraverso una serie di misure quali un’apertura alternata delle casse e l’adozione di tutti provvedimenti necessari per garantire le distanze indicate dalle ordinanze”.
La nota sindacale così si conclude: “Ci rivolgiamo a quelle imprese che hanno deciso spontaneamente di chiudere i negozi per invitarle ad adottare al più presto gli ammortizzatori sociali, in modo da non fare impattare questa scelta unilaterale sulle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.

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