04 marzo 2020

I vescovi lombardi: “Messe a porte chiuse almeno fino a sabato 7 marzo”

Sospese fino a domenica 8 tutte le attività formative, aggregative e sportive. E’ disposta altresì la chiusura degli spazi aperti al pubblico
Messe “a porte chiuse” almeno fino a sabato 7 marzo in tutte le chiese anche della diocesi di Como.
La conferma arriva dalla Conferenza episcopale lombarda riunita lunedì scorso in seduta straordinaria a Caravaggio. All’ordine del giorno dei vescovi delle diocesi di Milano, Bergamo, Mantova, Como, Vigevano, Crema, Lodi, Cremona, Pavia e Brescia un confronto alla luce dell’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.
In una nota congiunta si premette che in merito alla celebrazione delle messe il desiderio più profondo “era e rimane quello di favorire e sostenere la domanda dei fedeli di partecipare all’eucaristia”. “Chiediamo ai sacerdoti, alla luce della delicata situazione sanitaria e delle richieste delle autorità competenti - si legge sempre nella comunicazione dei prelati - di continuare a celebrare le sante messe feriali senza la partecipazione dei fedeli sino a sabato 7 marzo. Ci riserviamo di dare altre indicazioni entro venerdì 6, alla luce di ulteriori sviluppi e delle decisioni delle istituzioni”.
Quindi un riferimento agli oratori, dalla scorsa settimana chiusi a loro volta: “Consapevoli della sofferenza e del disagio arrecato dalla situazione in ordine ai nostri oratori, assunto il parere degli organismi pastorali preposti, sono sospese fino all’8 marzo compreso tutte le attività formative, aggregative e sportive. E’ disposta la chiusura degli spazi aperti al pubblico. Inoltre sempre fino a domenica 8 compresa le iniziative e gli incontri presso altri ambienti parrocchiali restano sospesi. Confidiamo che le misure di rigore, alle quali aderiamo per senso di responsabilità a tutela della salute pubblica, siano condivise da tutte le istituzioni ecclesiali e civili e accolte in ogni ambito in modo corale”.
Poi il ringraziamento dei vescovi ai sacerdoti, ai collaboratori e agli operatori sanitari e di ordine pubblico, con tutti i volontari, per l’opera svolta, e l’incoraggiamento “a perseverare nel loro servizio”.
Poi il pensiero finale: “Affidiamo le comunità diocesane, con un particolare pensiero a quelle più provate, ai malati e alle persone colpite dalla calamità in atto, all’intercessione materna e confortante di Maria, la Vergine venerata a Caravaggio”.

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